In the Nazi-occupied France…

 

BASTARDI SENZA GLORIA

(Inglorious Basterds)

(2009) di Quentin Tarantino

 

Un film di guerra che diventa un ennesimo, potentissimo atto di amore verso il cinema. E’ questo l’esito di Bastardi senza gloria, che ti aspetti fortemente di genere e che invece non lo è, inflazionato e reinventato dal genio cinefilo e manipolatore di Quentin Tarantino.

Non poteva essere altrimenti, d’altronde. Tarantino riprende la sua amata divisione in capitoli e crea un film che è un miscuglio di generi, toni, tematiche e storie, tutto mirabilmente sintetizzato nella seconda metà del film, dove il Cinema prende il sopravvento sulla Storia e la riscrive con cuore e rabbia, malinconicamente e utopisticamente. Il simbolo è il cadavere di un uomo (di alcuni uomini) su cui tutti, forse, avremmo infierito senza pietà. E allora scopriamo che se in passato Tarantino poteva essere accusato di una certa distanza emotiva, di poco cuore, stavolta davvero questo non possiamo imputarglielo.

La trama è fantastica, non la si può descrivere se non per accenni. Dalla storia di Shosanna (una fantastica Melanie Laurent), unica ebrea sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia, che si ritrova 4 anni dopo proprietaria di un cinema parigino e che potrà elaborare un crudele piano di vendetta verso il gotha del potere Nazista;al gruppo di ebrei americani guidati dal tenente Aldo Raine (un Brad Pitt sorprendentemente non protagonista), con i loro violentissimi atti di rappresaglia che li rendono noti tra i soldati tedeschi come i “Bastardi”, fino al cinico e manipolatore nazista interpretato da un magnifico Cristoph Waltz. C’è tanto altro, ma tutto concorre a un complesso, rabbioso piano di Vendetta splendidamente delineato e capace di tenere incollati gli spettatori allo schermo fino all’ultimo, con suspence e colpi di scena.

Che Tarantino fosse (anche) un grande regista d’attori questo è risaputo, e Inglorious Basterds ne è l’ennesima conferma. Qui la sua regia è insolitamente meno vistosa, proprio perchè questo Bastardi senza gloria è soprattutto un film di personaggi; è molto parlato, forse fin troppo,soprattutto in una prima metà ben poco dinamica; non ci sono le scene di battaglia o di massa che ti aspetteresti da un film di genere, ma tutto dirige verso un finale esplosivo (davvero) che può essere preso a Manifesto di come si debbano scrivere personaggi,dialoghi e dinamiche mai prevedibili, ricchi e complessi.

E poi, diciamocelo, ci si diverte. Perchè sì, Bastardi senza gloria è un film sui Nazisti divertente, forse è il primo, perlomeno esplicitamente non comico. Si fa fatica a definire l’Hitler e il Goebbels delineati dal film come caricaturali o eccessivi, perchè è una risata, quella che scaturisce osservando questi personaggi, doverosa, genuina, ennesimo e meritato insulto a figure terribili e inspiegabili. La violenza, soggetto estetico per eccellenza secondo le parole del regista americano, è sempre trattata con intelligenza, soprattutto in un film come questo che di violenze e crudeltà ne poteva sfoderare molte di più. Non si vuole e non si può dimenticare, ovvio. Ma di mancanza di rispetto, perfavore, non ne parliamo.

 

Infarcito da dialoghi fantastici nella loro (apparente) semplicità e dall’ennesima carrellata di personaggi memorabili, Bastardi senza gloria è un film che nella sua complessità e nella sua interezza (merita sicuramente più visioni) fa dimenticare qualche piccolo difetto, qualche piccolo squilibrio forse inevitabile per un film tanto voluto, desiderato ed elaborato dal suo regista (quasi 10 anni per scriverlo).

Fortunatamente e inevitabilmente però, è un film Tarantiniano in tutto e per tutto, forse ancora più radicale nella sua idea di Cinema rispetto al precedente (e sottovalutatissimo) Death Proof.

Un’idea di Cinema bella e romantica.

Bastardi senza gloria ****

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2 risposte a In the Nazi-occupied France…

  1. Valentina ha detto:

    VAI QUENTIN! CI STUPISCI ANCORA! by sam

  2. Vincè ha detto:

    Delusissimo!!! In Bastardi senza gloria ci si annoia a MORTE, fin dall\’inizio! Il film cambia marcia e si distacca dal suo piattume solamente quando in scena ci sono i bastardi (inspiegabilmente poco valorizzati) e raramente quando il colonnello tedesco è di scena.Non vedo perchè pubblicizzare un film che promette di fare "una cosa e una cosa sola: UCCIDERE NAZISTI" per mano di bastardi e poi propinarti l\’insulsa e inutile storia della pastorella ebrea scampata per caso a un massacro e che decide di vendicarsi dando fuoco a tutto e tutti. Sono stati sacrificati dei grandissimi personaggi come i Bastardi, relegati al ruolo di comparse, a vantaggio di personaggi del tutto inutili e assolutamente non memorabili(eccezion fatta per il sopracitato colonnello che comunque non meritava tutto questo spazio). In questo film non c\’è neanche la solita brillantezza nei dialoghi, tipica di tarantino, che anzi spesso degenerano nel verboso e nel tedioso.Tuttavia non si può negare che in un paio di scene il tocco di Quentin c\’è e si vede su tutte l\’ingresso di danny donovitz(pelle d\’oca), ma questa, altre poche e selezionatissime scene unite ad un gran bel finale non possono assolutamente salvare un film che ha poco da spartire con i suoi, meglio riusciti, predecessori.PS:Death Proof E\’ Un Filmetto!

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